Dalle stelle alle stalle? Non lo credo.
Diciamo piuttosto che -in maniera assai naturale- un ciclo si stia concludendo, mentre un altro sia alle porte, pronto da essere avviato e vissuto.
Tempi, modi e maniere fanno parte di un mondo con proprie regole e sistemi: quello del calcio. Un mondo che non è il nostro, inteso come di mio marito e mio, ma che in questi anni abbiamo imparato a conoscere in tutte le sue molteplici sfaccettature.
Ci siamo entrati in punta di piedi, l’abbiamo osservato, studiato e vissuto sulla pelle.
E abbiamo capito che è un universo emozionale quello del pallone. Un equilibrio sottilissimo tra enorme dispendio di risorse, che non è direttamente proporzionale al raggiungimento di obiettivi e soddisfazioni. Non sempre è facile mantenere la lucidità in questo stato di cose.
Perciò inutile soppesare parole, situazioni, biasimare scelte e decisioni, uscite di scena repentine e furtive. Fughe solitarie e di gruppo, tenendosi la mano e rincuorandosi a vicenda nell’affrontare un nuovo sconosciuto cammino.
Io non mi sento di ‘ammonire’ nessuno.
Perché si parla di vita, vita vera. Dietro tutto questo baraccone immenso e talvolta maldestro, disonorato e infamato, ci stanno persone. Uomini in carne ed ossa che ci mettono la faccia, sempre e comunque in balia dei giudizi di tutti. Mitizzati o demonizzati a seconda delle situazioni, delle fortune o sfortune che questa palla, girando, mette in scena.
Uomini che dalla sera alla mattina sono pronti a chiudere un capitolo e ad aprirne un altro. Stravolgendo vite, legami e certezze. Sono scelte, a volte dettate da sensazioni, da stati d’animo dipendenti da particolari contingenze.
Perché, diciamolo, il calcio è ambivalente: da una parte meritocratico sulla lunga distanza, ma dall'altra legato a lampi di buona sorte, a combinazioni di eventi. Tutto appeso ad un filo. Con il Fato che soffia.
E ancora è, per definizione, un Gioco, ma da saper amministrare dietro le quinte al pari di qualsiasi azienda: far quadrare i conti è una partita molto impegnativa.
Col calcio non si guadagnano soldi, casomai -se si ha dalla propria un po’ di fortuna- si può riscuotere fama e visibilità. Ma a chi fama e visibilità non interessano, non rimane altro che proseguire con la propria serietà e il proprio coraggio portando avanti la parte di storia che sempre e comunque verrà scritta.
Al pari di tante altre, sono Sfide queste. E ci sono uomini che portano insito in sé il gene e il genio per imprese rischiose e piene di incognite che non hanno mai assicurato il dono della loro riuscita. Il perché lo fanno ho smesso da tempo di chiedermelo, insieme al fatto di come, fino a tre anni fa, il finesettimana ci serviva per riprendere forze da giorni lavorativi intensi, mentre ora ci porta a rischiare continuamente le coronarie.
E a quei tifosi che ho letto in questi giorni commentare gli eventi presenti e passati e a volte anche criticare le potenzialità del Presidente, voglio rispondere che forse dovrebbero apprezzarne la pacatezza, la tenacia e l’umiltà di lasciar fare ad ognuno il proprio lavoro, accollandosene sempre e comunque le conseguenze.
E quando c’è da gioire, si gioisce tutti insieme. Quando c’è da resistere, si resiste tutti insieme.
Credo che sia il momento di rialzare la testa, guardare cosa e chi è rimasto sulla nave e riprendere la rotta.
Che tanto e comunque la palla gira.
Eleonora Rosati